IN ITALIA LA VITA È DAVVERO IMPOSSIBILE PER UN DISABILE.
Con la Legge 104/92, sono indicati i requisiti secondo quanto previsto dall’art. 4 del D.L. 9 febbraio 2012 n°5, per l’accertamento del grado di handicap, e si riportano i limiti di deambulazione a fronte dei quali sono previsti tra l’altro vantaggi fiscali per l’acquisto di autoveicoli. Di fatto un disabile motorio può acquistare un’automobile con I.V.A. al 4% e può detrarre il 19% del costo dal reddito come avviene per i farmaci.
Tale agevolazione è prevista in funzione della necessità del veicolo, per consentire al disabile una mobilità che diversamente sarebbe difficoltosa a causa del particolare handicap.
Consequenziale e ovvio dovrebbe essere la concessione, su richiesta, di uno stallo di sosta con la semplice presentazione del verbale attestante l’handicap.
Purtroppo spesso non è così. A Napoli, ad esempio, come ha recentemente denunciato il Difensore Civico della Regione Campania Avv. Giuseppe Fortunato,
Il Comune ha in essere una convenzione con la ASL 1 per l’accertamento della necessità di uno stallo di sosta, che prevede l’obbligo del richiedente di sottoporsi ad una visita (peraltro a pagamento) che accerti esclusivamente la presenza delle condizioni specificate dalla convenzione stessa.
Questo comporta che un handicappato motorio, se non affetto da quelle specifiche patologie, non può ottenere lo stallo!!!
Essendo lo stallo una concessione, non un diritto, il Comune ha la facoltà di regolarsi come crede; si verifica un paradosso, perché la collettività riconosce magari diecimila o più euro di agevolazioni per l’acquisto di un’auto al disabile, gli concede l’esenzione del pagamento del bollo, ecc. e poi, qualora non abbia lo stallo a lui dedicato, potrebbe dover percorrere senza auto anche notevoli distanze per ritirarsi a casa.
Al contempo tutti possono vedere che le barriere architettoniche degli uffici pubblici sono sempre presenti, che scale senza adiacenti rampe impediscono l’accesso alle persone non deambulanti, che gli ascensori dei pubblici uffici sono permanentemente guasti e alcuni, anche se funzionanti, non sono stati adeguati alle dimensioni necessarie per accogliere persone deambulanti su sedia a rotelle.
A peggiorare e aggravare questa spiacevole e incivile situazione è la presenza di ascensori riservati agli amministratori o al personale, che giammai pensano o si adoperano per farli utilizzare al pubblico disabile.
Il Difensore Civico della Regione Campania ha chiesto di modificare tale normativa, semplificando le procedure per chi senza aiuti ha enormi difficoltà di integrazione.
Oltretutto questo deficit sociale risulta dannoso non solo sotto l’aspetto sociale ma anche sotto l’aspetto turistico.
I comuni italiani non riescono ad adeguarsi alle normative.
VIAGGI E VACANZE
Molti operatori, inoltre, ancora non sono pronti ad ospitare viaggiatori con handicap né in termini di infrastrutture, tanto meno per quanto riguarda i servizi da garantire.
Eppure, in Italia sono circa 6 milioni i potenziali fruitori del turismo accessibile.
Facilitare la partecipazione alle ricchezze del territorio permette di potenziare al tempo stesso l’offerta turistica, sviluppando l’economia delle aree interessate.
Ma i nostri spazi urbani, i luoghi della cultura, del divertimento e del relax sono difficili e ostili all’accoglienza per la presenza di ostacoli di vario genere. facile immaginare quanta ricchezza potrebbe portare un’offerta turistica pienamente accessibile ai disabili.
Se un diversamente abile vuole andare in vacanza in treno, deve verificare che questo sia accessibile e, nel caso, prenotarlo molto prima poiché ci sono solo due posti riservati ai disabili.
Gli enti, poi, dovrebbero garantire la fruibilità delle linee di trasporto pubblico, quindi l’accessibilità delle fermate, l’informazione e la formazione del personale per l’uso dei dispositivi per disabili, ma questo non avviene. La convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, impone che le barriere architettoniche vengano abbattute, ma s ono numerose le segnalazioni di disabili motori e sensoriali su tali aspetti. Tantissime le multe agli autisti degli autobus che girano con mezzi con pedane guaste, ma ciò non è sufficiente per richiamare l’attenzione sul diritto alla mobilità con il trasporto pubblico che i disabili hanno.
Inoltre luoghi senza scivoli e gradini non accessibili.
Sono inoltre, davvero troppo pochi gli hotel con il bagno dotato di maniglie di sostegno, doccia con seggiolino, ascensore con porta di accesso larga almeno 75 centimetri e l’interno minimo di 80 per un metro e venti di lunghezza, letto rialzato.
Non è di alcun aiuto il ministero dei Beni culturali e del Turismo, che in teoria dovrebbe garantire l’accesso alle strutture a tutti evitando distinzioni in cittadini di serie a e b. In pratica, però, non ha mai messo a punto un elenco degli alberghi accessibili e tanto meno una mappa ufficiale delle spiagge attrezzate.
Chiediamo in ogni comune un punto informativo e di redigere una guida che includa non solo l’accoglienza di hotel “handicap friendly”, ma anche mezzi di trasporto e uffici pubblici, biblioteche, ristoranti, sport e locali di svago accessibili ai disabili.
Inoltre i Difensori Civici, unitamente agli appositi Garanti dei diversamente abii, dove istituiti, richiamano da tempo l’attenzione degli uffici pubblici preposti su una duplice esigenza:
1. Necessità di rimuovere l’asimmetria informativa che colpisce le persone diversamente abili, attraverso un’attività rivolta allo scopo di metterle nella condizione di conoscere le possibilità, ove esistenti, di fruire di ogni opportunità, con specificazione di mezzi, modi e quant’altro;
2. Possibilità di approfondimenti da parte dei destinatari dell’intervento, sul Fondo Sociale Europeo che ha stanziato significative somme per “integrating disadvantaged people into employement” tra le quali vi sono le persone con disabilità.
Nel campo del turismo occorre assicurare esplorazioni tattili per non vedenti, linguaggio dei segni per i non udenti e accompagnamenti personalizzati per persone con disabilità motorie: i luoghi artistici e culturali non devono avere più barriere.
A parte che devono essere curati e valorizzati e questo è un altro fondamentale discorso.
È da tempo l’ora di dire Basta! Sì alle regole giuste e coerenti che vanno compiutamente rispettate.
Si all’inclusione e all’integrazione dei diversamente abili nel mondo civile e dunque nella società. A diverso titolo e in eguale maniera!
Andrea Ambrosini
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