A 41 anni compiuti dalla Sanità pubblica, l’antico proverbio napoletano sembra calzare a pennello al caso della Sanità campana, che pare proprio non poter funzionare.
Non c’è mattina, infatti, che un quotidiano non riporti notizie tristi sul conto della sanità campana: dai casi di malasanità alle nomine clientelari e non solo. Come se tutto questo non bastasse, è di questi giorni l’annuncio del Ministro della Salute, Giulia Grillo, via profilo facebook, dell’intenzione di chiedere lo scioglimento dell’ospedale San Giovanni Bosco per infiltrazione mafiosa, riferendosi al blitz nell’ospedale di Napoli a seguito delle dichiarazioni del procuratore di Napoli, Giovanni Melillo, per il quale era diventato la base di attività delittuose della camorra.
Sempre nella Sanità campana, attualissima è anche la vicenda delle nomine denunciate dal Difensore Civico, anche Garante della salute del cittadino, l’avv. Giuseppe Fortunato perché avvenute con modalità che evidenziano «un’arbitrarietà che va oltre ogni possibile discrezionalità».
La frequenza e l’estensione di questi episodi, dovrebbe portare alla ribalta la “questione morale” quando, negli stessi anni, nasce la Sanità pubblica (con legge 833 del 1978) la quale ha previsto l’uguaglianza delle cure per ogni cittadino italiano indipendentemente dal lavoro svolto e senza distinzione di censo e di reddito. Ciò come diretta emanazione dei diritti costituzionalmente garantiti. Questo dovrebbe garantire un ospedale. E questo è quello che non riescono a garantire le attuali classi dirigenti.
Probabilmente non tutti i mali dipendono da cause politiche e, tanto meno, hanno origine recente. Si tratta di fenomeni complessi, generati da un complesso di cause che secondo le peculiari condizioni di ciascun territorio, ha prodotto, nel tempo, effetti diversi, al Sud come al Nord.
Ma più che a chiudere l’ospedale, mi sento di invitare il Ministro, e il governo che rappresenta, a lottare per debellare la camorra e a intervenire per risollevare il prestigio delle istituzioni. Sulla scia delle azioni concrete intraprese dal Difensore Civico campano.