Il Difensore civico è considerato dalle Nazioni Unite, insieme alle Commissioni nazionali per i diritti umani, tra le Istituzioni nazionali per la tutela e la promozione dei diritti umani. Lo ribadiscono numerose risoluzioni ONU sin dal 1946 – due anni prima della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani -, lo riconosce l’Europa considerando l’istituzione di un difensore civico nazionale come requisito per la partecipazione all’Unione. Che cosa significa questo in Italia, unica in Europa a non avere un difensore civico nazionale e a vedere una progressiva riduzione dei difensori civici locali da quando la Legge Finanziaria del 2010 li ha aboliti? E in che modo i difensori civici regionali – pressoché gli unici ancora attivi – possono attivarsi per il rispetto dei diritti fondamentali della persona, proprio mentre vengono rilevati nel nostro Paese crescenti episodi di discriminazione e mancato rispetto dei diritti umani? Il seminario “Diritti e cittadinanza. L’azione della difesa civica” è stato organizzato dal Difensore civico della Regione Emilia-Romagna in collaborazione con il Coordinamento nazionale dei difensori civici e l’Istituto Italiano dell’Ombudsman recentemente istituito presso l’Università di Padova con compiti di studio, formazione e ricerca. Il cuore dell’incontro risiede nel confronto tra le esperienze promosse dai difensori civici, in Italia e non solo, nonché tra le potenzialità della difesa civica e i principali problemi riscontrati dai cittadini non italiani nel rapporto con enti, servizi e amministrazioni pubbliche, in termini di non riconoscimento dei loro diritti fondamentali come la salute, l’istruzione, l’identità, la cultura, il lavoro.
IL DIFENSORE CIVICO IN ITALIA OGGI: LA SFIDA NORMATIVA
Il 18 marzo del 2019, il Consiglio d’Europa ha pubblicato i principi per la protezione e promozione del Difensore Civico, sottolineando il suo ruolo nella tutela dei diritti dei cittadini. Questo istituto è considerato un'autorità amministrativa indipendente con ampie...