Ancora all’opera il Difensore Civico campano, l’Avv. Giuseppe Fortunato, per la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. Si tratta questa volta dell’ex sito di Agrimonda che interessa i Comuni di Mariglianella e il limitrofo Marigliano.
Sono trascorsi quasi venticinque anni da quando un incendio distrusse la Ditta Agrimonda leader nella commercializzazione di prodotti per l’agricoltura, tra cui anche quelli chimici a maggiore tossicità e presenti in grande quantità al momento del rogo.
Solo nel mese di giugno 2017, a ventidue anni dal disastro, sono iniziati i lavori per la rimozione delle ceneri tossiche combuste.
Nel gennaio 2019, rimosso il cumulo tossico, è stata realizzata dagli Enti regionali, quella che i locali definiscono “una pseudo messa in sicurezza” consistente, in pratica, nella copertura dell’area da bonificare, con un telo impermeabile di polietilene che ha avuto effetti controproducenti, creando un acquitrino paludoso, con accresciuto pericolo e danno per le popolazioni vicine al sito.
A questo punto, è intervenuto il Difensore Civico che, constatato anche che nessun effetto aveva sortito la raccomandazione fatta ai due Comuni dalla stessa ARPAC nel maggio 2019 di mettere in sicurezza l’area, li sollecitava all’adozione di efficaci interventi per il ripristino ambientale e la salute dei cittadini.
In assenza di un qualsiasi positivo riscontro, l’Avv. Fortunato si è visto costretto a nominare, ai sensi dell’art.136 del T.U.E.L., i Commissari ad acta, nelle persone degli Avvocati Antonio Galletti del Foro di Roma per il Comune di Mariglianella e Isabella Luciani per Marigliano. A Essi, ai sensi del Decreto Legge n.67 (art.54), dovranno, nell’arco di sessanta giorni, mettere in atto ogni misura di tutela ambientale e sanitaria per porre fine a questa ormai inaccettabile situazione di degrado indegna per un Paese civile e per una delle più belle e generose regioni d’Italia.
C’è da sottolineare, infine, che si è assistito, purtroppo, in questi anni ad un rimbalzo delle competenze e responsabilità, il classico “scarica barile”, tra la Regione e i due Comuni, in un quadro di consueta, macchinosa burocrazia e colpevole disattenzione.
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