Nelle istituzioni pubbliche, fare sviluppare la Difesa Civica è una battaglia di Civismo da rilanciare. Una battaglia di civiltà amministrativa e politica, che restituisce il Difensore civico come strumento fondamentale, con i requisiti legalmente stabiliti e nominati facendo comprendere ai Cittadini circa le scelte, di interlocuzione sui territori, tra l’ente e la cittadinanza.
In questo periodo di crisi pandemica da Covid-19, l’ANDCI avverte la necessità di riaprire il dibattito sull’abolizione della figura del difensore civico comunale. Abolizione, a suo tempo, considerata al pari di una “invasione” di campo nell’autonomia degli enti locali da parte del Governo centrale di allora, sotto le mentite spoglie di una misura finanziaria. I comuni, con la disciplina normativa in tema di bilancio, legge Finanziaria per il 2010 (l. 23.12.2009 n. 191), al cui art. 2 co. 186, hanno soppresso la figura del difensore civico, formalmente previsto nel 1990 dalla Legge 142.
Anche se in precedenza alcune Regioni, province e comuni italiane lo avevano già introdotto nei propri statuti.
L’articolo 97 della nostra Costituzione prevede: “I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione”.
Il Difensore Civico in Italia è la figura di garanzia e tutela contro la cattiva amministrazione a disposizione del cittadino per essere tutelati sui ritardi, le irregolarità o le disfunzioni della Pubblica Amministrazione e degli Enti, o Soggetti privati, che erogano un servizio pubblico (per esempio fornitura di acqua, luce e gas).
L’istituto della Difesa Civica è detto anche ombudsman. Un termine che deriva da un ufficio di garanzia costituzionale istituito in Svezia nel 1809 e letteralmente significa «uomo che funge da tramite».
Con la soppressione della difesa civica comunale, unico servizio a portata di mano, il cittadino ha perso di vista la difesa civica nelle istituzioni pubbliche. Resta il difensore civico regionale e quello provinciale, il quale, a seguito di convenzione, può svolgere la funzione di difensore civico comunale, sotto la denominazione di Difensore civico territoriale.
Il Difensore Civico ha il compito di garantire e tutelare i cittadini nei confronti della Pubblica Amministrazione, assicurando la legittimità, l’imparzialità e il buon andamento dell’azione amministrativa. Il suo intervento è chiesto da un privato cittadino, un’azienda artigianale, agricola, commerciale, industriale, un lavoratore autonomo o un’associazione. Ossia chi, si è rivolto agli uffici della Pubblica Amministrazione per segnalare i ritardi, irregolarità o per risolvere situazioni di abusi e disfunzioni non ottenendo alcuna risposta o soltanto una ritenuta non soddisfacente.
Il Difensore Civico, investito della problematica, svolge un’attività di mediazione tra il Cittadino e la Pubblica Amministrazione e può indicare alla PA il comportamento più corretto da tenere o suggerire una diversa soluzione. In particolare interviene d’ufficio nei settori e strutture della pubblica amministrazione che svolgono compiti ed erogano servizi nei confronti di anziani, minori e soggetti portatori di handicap, tossicodipendenti, extracomunitari ed altri soggetti deboli, anche per verificare se la pubblica amministrazione svolge i propri compiti con umanità, sollecitudine ed equità.
Una richiesta di intervento diretta al Difensore Civico, non interrompe i termini per la presentazione dei ricorsi al TAR (salvo nei casi di lamentata lesione del diritto di accesso ai documenti amministrativi; art. 25, L. 241/90), al Consiglio di Stato, al Giudice di Pace, al Tribunale Ordinario, al Capo dello Stato.
L’ANDCI è impegnata a superare gli effetti non positivi scaturiti dall’eliminazione del Difensore civico comunale, figura di garanzia e tutela dei diritti della popolazione. Sollecita alla politica un rinnovato senso della responsabilità, facendosi carico di ripensare l’organo della Difesa Civica sui territori.
Raccogliendo anche le risoluzioni europee ed internazionali, l’ANDCI da sempre raccomanda all’Italia d’istituire il Difensore Civico Nazionale.
Vogliamo un Difensore civico protagonista, con uno spirito europeo e d’integrazione, autonomo dalla politica per meritocrazia, garante della protezione dei diritti dei cittadini, allargata alle istituzioni e gli organi comunitari ossia una figura artefice costante di una costruzione di un rapporto nuovo tra Cittadino e pubblica amministrazione, con funzioni e servizi improntati a valori di equità, giustizia e dignità, fondamento della persona umana.
di Ernesto Marino