A Villaricca e Sassano l’azione del Difensore Civico campano per rendere la democrazia veramente partecipata
di Cristina Florenzano
Fin dai primi anni della Repubblica, ciclicamente, un partito o un movimento ha promosso l’astensionismo. Addirittura una certa parte della sinistra ha sostenuto l’astensione dal voto (o scheda bianca) per non legittimare le élite capitaliste al potere.
Oggi, molti praticano l’astensionismo perché ritengono che il loro voto non produca effetti: le facce sono sempre le stesse e se cambiano le facce non cambiano i comportamenti, dunque, è inutile votare per chi desideri un cambiamento.
Ragionandoci su, questo vale per chi esaurisce la democrazia e la partecipazione al solo diritto di voto. Il cittadino ha, invece, i luoghi e gli strumenti per essere parte attiva delle scelte nel corso del mandato elettorale affidato al candidato di turno. Questi luoghi sono gli Istituti di partecipazione popolare, previsti dagli art. 6 e 7 del Testo Unico degli Enti Locali.
La missione delle Istituzioni oggi dovrebbe essere quella di recuperare credibilità nei confronti del cittadino. Ecco perché assume rilevanza l’azione del Difensore Civico campano, il quale, a seguito di diverse segnalazioni di più cittadini, ha rilevato un vulnus al sistema democratico in Campania, dove la gran parte dei Comuni non ha dato attuazione agli Statuti comunali per quel che riguarda gli Istituti della partecipazione popolare. Questo vale a dire che ai cittadini non sono offerti gli strumenti, i luoghi e gli spazi che la legge riconosce loro per il confronto con gli amministratori eletti nel corso del mandato elettorale. Di contro, si registra anche una difficoltà della politica a offrire questi strumenti, infatti, per arrivare all’approvazione dei regolamenti attuativi, si è dovuti giungere ai commissariamenti di alcuni comuni, come Sassano e Villaricca. Probabilmente il livello culturale della politica si è abbassato troppo. Per tale motivazione, affinché ci sia consapevolezza piena della democrazia, accanto agli istituti della partecipazione si propongono:
1. amministratori sottoposti a un preciso codice deontologico;
2. nomine a tutti i livelli con procedure trasparenti, con curricula depositati preventivamente per osservazioni di tutti e pienamente meritocratiche;
3. referendum propositivi e direttamente deliberativi;
4. Garante del Cittadino, dando potere al Cittadino, Garante davvero indipendente perché nominato dal Forum dei Cittadini (e non dai politici);
5. bilancio partecipato e sociale con ascolto e potere decisionale dei Cittadini;
6. collegamento formale, regolamentare e istituzionale del Comune alla Macroregione Mediterranea.