La politica, nella definizione fornita dal filosofo Aristotele, riguardava l’amministrazione della “polis” per il bene di tutti, cioè la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipano.
Ma nel tempo si è giunti nell’età contemporanea a quello che temeva Max Weber, cioè che la politica diventasse “il mestiere di chi non ha mestiere”. Oggi la politica appare distante dai bisogni reali dei cittadini ed i chiari segnali che pervengono dagli elettori delusi ed abbandonati non vengono colti dai partiti politici che, attraverso un’interpretazione restrittiva dell’all’art. 49 della Costituzione Italiana, somigliano sempre più a centri di potere nei quali i cittadini, che dovrebbero essere i protagonisti, rappresentano una parte marginale.
Tanto si Governa anche in presenza del più forte partito che anno dopo anno aumenta in maniera esponenziale i suoi numeri: il Partito degli Astensionisti. Queste considerazioni portano ad una serie di domande: ma la sovranità non appartiene al popolo? Ma la sovranità non dovrebbe concretizzarsi oltre che con il libero voto anche con la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, visto che le decisioni prese nella gestione della stessa riflettono i loro risultati sull’intera comunità?
Se così fosse, perché non possiamo scegliere liberamente i nostri candidati valutandone i meriti e le competenze, ma dobbiamo accontentarci dell’illusione della scelta tra i nominativi imposti dai partiti?
Quanto incide davvero la società civile, il mondo dell’Associazionismo in continua evoluzione e crescita proprio per sopperire alle mancanze delle Istituzioni, gli Ordini professionali ed i singoli cittadini, se la partecipazione non viene garantita nemmeno negli Enti locali, per la maggior parte sprovvisti degli obbligatori Regolamenti per la disciplina degli istituti e degli organismi di partecipazione, in virtù del principio della sussidiarietà orizzontale? Ma noi siamo cittadini o sudditi di un nuovo Sovrano chiamato “Democrazia apparente”? La disaffezione alla politica non nasce per caso o per la presenza di cittadini svogliati e menefreghisti, nasce da fatti tangibili come la corruzione, l’incompetenza, la mancanza di meritocrazia.
Una politica che la fa da padrone e che non ama le critiche, non sopporta i suggerimenti migliorativi, non ascolta chi pur denunciandone i limiti, cerca di apportare dei correttivi alla malagestione dei servizi pubblici. Ne costituisce un esempio concreto, l’eliminazione della figura del Difensore Civico negli Enti locali. Il Difensore Civico è quella figura che ha il compito di accogliere i reclami non accolti in prima istanza dall’ufficio reclami del soggetto che eroga un servizio pubblico.
In quasi tutti i Paesi “civili” esiste anche il Difensore Civico Nazionale, che svolge gli stessi compiti in qualità di Garante dei cittadini per accogliere i ricorsi proposti nei confronti dell’inerzia della P.A. e dell’inefficienza delle Istituzioni. E’ stata lasciata solo la figura a livello regionale e nemmeno in tutte le Regioni italiane. Certo, tale figura funziona, come nel caso della Regione Campania, quando non ha legami con i partiti, quando non è imbrigliato dal senso di riconoscenza per la sua nomina e quando l’individuazione avviene, come dovrebbe essere sempre, su basi oggettive quali titoli e meriti, tutte cose che la politica teme e cerca di scansare, fino al punto che al Difensore Civico campano sono stati necessari 8 anni di cause, ricorsi e carta bollata per avere giustizia. L’Italia teme così tanto questa figura che anche a livello Europeo, nonostante l’Avv. Fortunato fosse l’unico candidato titolato ad occupare la posizione, l’unico italiano e l’unica espressione dei Paesi fondatori della Comunità Europea, che gli Europarlamentari italiani hanno preferito supportare la candidatura di una ex giornalista irlandese, già dimostratasi inidonea ad occupare quella posizione nel precedente mandato.
Per tutta questa serie di motivi, Civicrazia, che non è un partito politico né un movimento, ma la più vasta coalizione di cittadini e più di 4.000 Associazioni, ha deciso di sposare “Il Progetto Cittadino” con l’intento di creare in tutti noi la consapevolezza che la meritocrazia, la trasparenza, la partecipazione non devono rimanere solo degli slogan, ma possiamo ottenerli veramente.
Come? Ricordate che Davide, piccolo e solo, ha battuto il gigante Golia solo con la forza della sua determinazione ed intuito. Se non fossimo divisi tra le varie tifoserie di questo o quel partito, saremmo circa 60 milioni di italiani che direbbero basta a questo andazzo, che è ora di pensare al Paese, al nostro futuro ed ai nostri figli. Possiamo mai far decidere la nostra vita ad un pugno di persone che rendiamo noi stessi dei privilegiati?
Se anche tu sei stanco, fai anche tua la nostra battaglia, perché la posta in gioco è davvero molto alta.
IL DIFENSORE CIVICO IN ITALIA OGGI: LA SFIDA NORMATIVA
Il 18 marzo del 2019, il Consiglio d’Europa ha pubblicato i principi per la protezione e promozione del Difensore Civico, sottolineando il suo ruolo nella tutela dei diritti dei cittadini. Questo istituto è considerato un'autorità amministrativa indipendente con ampie...