Il Mediatore europeo e la crescente domanda di trasparenza
In un’epoca come la nostra, è opinione comune che tutte le funzioni del potere pubblico debbano essere svolte in piena trasparenza. Le richieste di democrazia diretta che si levano da più parti ne sono un’ulteriore conferma. La trasparenza delle istituzioni e delle loro azioni è invocata ormai anche a proposito dei negoziati diplomatici, specie a livello europeo, dove è notoriamente più problematica la legittimità democratica del potere.
Il Mediatore europeo, Emily O’Reilly, ha di recente chiesto alla Commissione di condurre in piena trasparenza i negoziati per la Brexit. “Sono consapevole delle preoccupazioni dei cittadini dell’Ue e delle imprese sulle implicazioni potenzialmente di vasta portata del risultato dei negoziati Brexit. Il mio ufficio ha già ricevuto lamentele da individui che sono alla ricerca di ulteriori informazioni su quanto è successo fino ad oggi e mi aspetto che ne riceverà ancora. Le aziende soprattutto avranno bisogno di certezze su come sarà costruito il rapporto futuro” tra Regno Unito ed Unione europea, ha scritto O’Reilly.
Il Mediatore europeo ha chiesto inoltre alla Commissione di fissare le modalità per garantire i contributi dei soggetti interessati durante tutto il processo negoziale, a tutela della diffusione delle informazioni nei mercati. La stessa iniziativa era stata intrapresa dal Mediatore europeo durante i negoziati dell’accordo di partenariato su commercio e investimenti con gli Stati Uniti (il TTIP – Transatlantic Trade and Investment Partnership). In quella occasione, si voleva garantire che il pubblico potesse seguire, nella misura del possibile, gli sviluppi dei negoziati e contribuire a incidere sul loro esito. Con l’obiettivo dichiarato di favorire una maggiore fiducia dei cittadini verso le istituzioni europee.Di questo passo, sarà sempre più difficile applicare la dottrina degli “arcana imperii” all’esercizio del potere. In particolar modo, quando il potere non è esercitato da uno Stato al quale i cittadini abbiano delegato in maniera esplicita e diretta la loro sovranità. Nel caso dell’Unione europea, questa delega è nettamente più implicita e indiretta. Ma è ancora più importante, anche a livello nazionale, far convivere l’essenza della democrazia con la necessità del segreto per la salus rei publicae. La trasparenza che giustamente si pretende ai negoziatori di questi importanti accordi politici e commerciali, presto si pretenderà anche per altre importanti funzioni del potere pubblico. Il caso Wikileaks è alquanto emblematico. E sarà sempre più difficile stabilire come riconfigurare la statualità di fronte alle esigenze di una crescente domanda di trasparenza.
Prof. Mario Ciampi