Al Sindaco di Taranto Al Presidente della Regione Puglia
Il giorno 14 giugno 2022 prenoto tramite SPID un appuntamento al Comune di Taranto per il rinnovo della mia carta di identità in scadenza per il giorno 6 settembre 2022.
Noto che la richiesta è in uno strano stato: “In attesa di conferma comune e-o cittadino”.
Preoccupato di presentarmi e di perdere la giornata, inizio a contattare il comune di Taranto sia telefonicamente che via posta elettronica certificata per capire come procedere e confermare l’appuntamento.
Purtroppo da Taranto mi incominciano a dire che c’è un problema di nulla osta in quanto sono residente a Firenze e che devo contattare io il comune fiorentino per farmi dare questo documento.
Il comune di Firenze mi informa che ormai il nulla osta non serve più in quanto le carte di identità CIE non sono più comunali ma ministeriali. Per accertarmi del caso, mando una PEC mettendo in copia sia Taranto che Firenze chiedendo di chiarire la situazione e di farmi sapere.
Il silenzio.
Non ricevo nessuna risposta sulla questione ma solo un numero di protocollo.
In data 2 settembre 2022, a ridosso dell’appuntamento, ricevo via email l’annullamento del mio appuntamento.
Preoccupato scrivo ancora una PEC e ricevo una risposta dal comune di Taranto in data 02-09-2022 che mi dice di non preoccuparmi, di non sapere che cosa sia successo e mi chiede di recarmi il giorno dell’appuntamento per il rinnovo della carta.
Il giorno 6 settembre 2022 mi reco, quindi, al comune di Taranto, porto tutta la documentazione tranne la carta di identità vecchia che appunto era stata distrutta in lavatrice e, appellandomi all’ art 47 del D.P.R. 445/2000 e consapevole delle sanzioni previste dall’art. 76 dello stesso D.P.R., con apposito modulo dichiaravo che la carta di Identità era stata distrutta e deteriorata dopo un lavaggio in lavatrice.
A questo punto si avvicina allo sportello il Responsabile dell’ufficio Anagrafe che, con tono molto scortese, inizia a dirmi che prima di tutto devo fornire nulla osta dal comune di Firenze per procedere con la pratica e che non posso appellarmi art 47 del D.P.R. 445/2000 per ragioni poco precisate.
In più, – nonostante io faccia valere le mie ragioni, spiegando che la carta di identità CIE non è più comunale ma ministeriale – , il suddetto mi rimbrotta, dicendo che loro conoscono le procedure e loro decidono come attuarle.
A quel punto chiedo di parlare con lui in un ufficio ma mi viene negato l’incontro. Riesco a parlare con la responsabile che mi aveva risposto alla PEC in maniera più umana seduti nel suo ufficio, ma nonostante ho provato a spiegare le mie ragioni e lo scortese accaduto non riesce ad aiutarmi.
Mi appello nuovamente all’ art 47 del D.P.R. 445/2000 dicendole che in moltissimi comuni questa pratica è possibile, le porto anche le ultime reliquie della mia carta di identità trovate nel fondo della tasca dei miei pantaloni, ma non vengono accettate.
L’unica soluzione è quella di andare a fare una denuncia di smarrimento alla Polizia. Ma perchè dovrei dichiarare il falso? Mi rifiuto categoricamente in quanto non ho smarrito nulla. Debbo quindi andarmene, trattato in malo modo e senza poter rinnovare la mia carta di identità.
Cerco il Difensore Civico della Puglia ma la Puglia non lo ha.
Signor Sindaco di Taranto, Signor Presidente della Regione Puglia, posso cortesemente avere risposte alle seguenti domande:
1. Come mai nonostante le mie chiamate ed email nessuno ha confermato il mio appuntamento dal sito ufficiale Agenda CIE del Ministero dell’ Interno lasciandolo scadere?
2. Come mai non mi è stata data la possibilità di procedere secondo l’ art 47 del D.P.R. 445/2000 sotto mia totale responsabilità?
3. Come è possibile che un Responsabile di ufficio si comporti in maniera maleducata e prepotente con un cittadino, il quale paga le tasse da cui attingono per gli stipendi pubblici?
4. Come è possibile che la Regione Puglia non abbia ancora istituito la figura del Difensore Civico, figura indispensabile per il cittadino?
Marcello Maiano