Spesso la realtà della politica del nostro Paese supera ampiamente l’immaginazione.
Ad esempio qualcuno si era illuso che, con la riforma del Titolo V della Costituzione, il cittadino si sarebbe sentito protagonista delle scelte della politica.
La riforma, entrata in vigore l’8 settembre 2001, sancisce l’unitarietà e l’indivisibilità della Repubblica, oltre al pluralismo autonomistico e il decentramento amministrativo regionale. L’autonomia a cui fa riferimento l’articolo V della Costituzione, doveva rappresentare per il cittadino garanzia di democrazia.
Ma non è stato così. In molti casi si verifica che, all’interno delle regioni, la legge non venga applicata. E il cittadino si sente sempre più disorientato e sfiduciato.
La riforma del Titolo V della Costituzione non ha colmato il vuoto che separa il cittadino dal potere amministrativo regionale.
Nelle Regioni imperversano le angherie della classe politica. Questi “piccoli re” molto spesso si dimenticano che le leggi vanno sempre rispettate. Elevano nei posti pubblici personaggi senza cultura e titoli professionali previsti dalla legge. Millantatori del nulla che provocano danni alle istituzioni e disservizi ai cittadini.
A tal proposito Aristotele ha lasciato scritto: “Il millantatore è colui il quale fa mostra di titoli di merito che non possiede, esagerando il suo controllo di cui in realtà è privo”.
Basti pensare all’incredibile vicenda della nomina del Difensore Civico della Regione Lombardia. Il Consiglio regionale lombardo ha votato e nominato una persona con la sola terza media per svolgere l’incarico istituzionale di Difensore. Un episodio che dovrebbe far riflettere considerato che la Regione Lombardia è la locomotiva economica del Paese.
Solo la sentenza del Consiglio di Stato ha posto fine a questo increscioso episodio di clientelismo politico. Che offende i cittadini e tutte le persone preparate e meritocratiche. E rappresenta un pessimo esempio per i giovani. Soprattutto per i migliori che devono lasciare il proprio Paese per vedere riconosciuto il proprio valore.
Nella pronuncia del Consiglio di Stato sono chiaramente indicati i requisiti tecnici che deve possedere il nuovo Difensore della Regione Lombardia. Ma il Consiglio regionale lombardo ha continuato a percorrere la strada del clientelismo politico sacrificando la meritocrazia. Infatti, il 29 giugno 2021, il Consiglio della Regione Lombardia ha votato e nominato il nuovo Difensore regionale. Che non possiede, come il suo predecessore, i requisiti tecnici stabiliti proprio dalla Regione Lombardia per occupare il posto di Difensore regionale.
Non si comprende sulla base di quali atti e valutazioni sia stata adottata tale scelta. Anche perché era chiaramente emerso che non possedeva i titoli necessari per essere nominato Difensore della Regione Lombardia.
Inoltre la legge non stabilisce che si può millantare cose non vere. Il nuovo nominato ha dichiarato un Master ma aveva frequentato solo un corso. Questo tipo di bugie richiamano alla mente le bugie di Pinocchio che finiscono spesso per ritorcersi contro i loro autori. Le bugie hanno le gambe corte, ma la Giustizia farà trionfare la verità.
di Claudio Modena