L’avv. Giuseppe Fortunato, Difensore Civico della Regione Campania, è intervenuto in merito alla normativa sulla parità delle quote di genere presenti nell’ambito della Pubblica Amministrazione, che in molti comuni della Campania, ma non solo, sembra essere poco osservata.
La parità di genere nella politica campana ha fatto registrare sensibili progressi negli ultimi anni e, anche se, a livello nazionale la presenza femminile nei comuni si mantiene relativamente bassa, in generale, il nostro Paese resta comunque nella media europea riguardo alla presenza femminile nelle amministrazioni locali.
Purtroppo però, non in tutti gli organi di rappresentanza, la quantità delle donne e soprattutto la qualità dei rispettivi incarichi risulta soddisfacente, se paragonata alla situazione che si registra per il sesso maschile.
A Calabritto, ad esempio, un comune della Regione Campania con meno di 3.000 abitanti, a seguito delle dimissioni di un assessore donna, il Sindaco ha nominato un assessore uomo che si è aggiunto agli altri due componenti di sesso maschile della Giunta, vanificando la rappresentanza di genere all’interno della stessa.
L’ assessore uscente, componente di maggioranza, ha proposto al Sindaco, con propria istanza, di provvedere all’annullamento in autotutela della nomina, istanza.
A seguito di interventi del Difensore Civico campano, il Sindaco, evitando di attendere l’arrivo di un commissario ad acta, si è adeguato.
Infatti il Sindaco “nomina i componenti della giunta, nel rispetto del principio di pari opportunità tra donne e uomini, garantendo la presenza di entrambi i sessi”, (art. 46, c. 2, TUEL). L’art. 1, c. 137, della legge n. 56/2014 ha previsto che “nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento, con arrotondamento aritmetico”. Per i Comuni con popolazione fino ai 3.000 abitanti, non ci sono disposizioni e limiti precisi a garanzia delle pari opportunità, ma solo disposizioni di principio, compresa la Costituzione italiana che sancisce un principio generale di pari opportunità.
Il Difensore Civico Campano, è intervenuto sulla questione della presenza delle cosiddette “quote rosa” anche all’interno di altri comuni, come Cesa, Villa Di Briano, dove sono state attuate politiche che incentivino al rispetto del giusto equilibrio nelle quote di partecipazione.
Ma in altri comuni, come ad esempio Caserta ed Aversa, la situazione stenta a delinearsi dopo la sentenza del TAR Salerno che, per il comune di Sassano, ha demandato la competenza dell’azione rispetto all’attuazione del regolamento relativo alla partecipazione al Presidente della Regione Campania, che ha reclamato tale competenza, e non al Difensore Civico Regionale.
Si attende l’intervento del Consiglio di Stato per la risoluzione definitiva della vicenda. Si allungano i tempi per il rispetto della normativa, per la realizzazione di una democrazia partecipativa e per la parità di genere.