Arriva il «difensore civico per il digitale». La nuova figura è prevista dallo schema di decreto legislativo sul nuovo Codice dell’amministrazione digitale previsto dalla riforma Madia della Pa. Si tratta di unico garante a livello nazionale, da prevedere nell’ambito dell’Agid (l’Agenzia per l’Italia digitale) invece che, come era indicato nella versione precedente del decreto, prevederne uno presso ciascuna pubblica amministrazione.
Il Dlgs è stato esaminato dal Consiglio dei Ministri insieme ad un pacchetto di altri provvedimenti, anche questi “correttivi” della riforma della Pa, relativi al riordino delle autorità portuali e all’accorpamento del Corpo della forestale nell’Arma dei Carabinieri. Testi che contengono solo modifiche tecniche rispetto alle versioni originali dei provvedimenti già in vigore. Questo è solo il primo passo per i tre “correttivi”: dopo l’esame preliminare in Consiglio dei Ministri, i Dlgs passeranno all’esame per il parere delle commissioni parlamentari competenti, per poi ritornare a palazzo Chigi per l’approvazione definitiva.
Una volta completato l’iter sarà quindi istituito una sorta di “difensore civico per il digitale”, in possesso di «adeguati requisiti di terzietà, autonomia e imparzialità». Un unico garante a livello nazionale, che avrà il suo ufficio presso l’Agid (l’Agenzia per l’Italia digitale) invece che, come era previsto nella versione prevedente del decreto, prevederne uno presso ciascuna Pubblica amministrazione. Chiunque potrà presentare online al difensore civico segnalazioni relative a presunte violazioni del Codice dell’amministrazione digitale, o di ogni altra norma in materia di digitalizzazione e innovazione. A seguito della segnalazione, il difensore, qualora la ritenga fondata, invita il soggetto responsabile a rimediare subito (non oltre trenta giorni).