Manifestazione Tutela Bufala
L’Associazione Nazionale dei Difensori Civici Italiani è intervenuta a favore della richiesta di Commissario da parte di Associazione Tutela Allevamento Bufala Mediterranea, il (SIAAB) Sindacato Agricoltori e Allevatori Bufalini, la Lega Allevatori Bufalini, Altragricoltura e l’associazione Soccorso Contadino per affrontare il disastro perpetrato alla filiera bufalina.
Sotto i riflettori delle associazioni che da anni protestano per le politiche veterinarie e i relativi programmi per l’eradicazione delle infezioni gli oltre 140 mila capi bufalini abbattuti negli ultimi 10 anni per una sospetta infezione poi non confermata nell’oltre il 97 % dei casi dalle indagini post mortem, come certificano i dati ufficiali resi dalle autorità sanitarie regionali a quelle giudiziarie nell’ambito di un procedimento penale avviato presso la Procura di Santa Maria Capua Vetere in provincia di Caserta.
Risalta anche la circostanza che all’indomani dell’attuazione del programmazione regionale del 2007, che prevedeva tra l’altro un’estesa campagna regionale di vaccinazione, l’incidenza delle infezioni era stata praticamente azzerata per poi crescere, nel solo Casertano, al di sopra del 20%, certificando così il fallimento delle nuove programmazioni regionali attuate dal 2014 che hanno determinato una lunga scia di ricorsi contro le procedure e i kit diagnostici, contro la mancata attuazione delle norme eurounitarie. Al centro del contenzioso anche quel presunto principio di precauzione invocato dalla Regione Campania per legittimare la poderosa campagna di abbattimenti (rivelatisi poi ingiustificati) che esigerebbe un giudizio di proporzionalità tra il fine perseguito, la salute dei cittadini, e il mezzo impiegato, cioè la soppressione degli animali.
Anche il Consiglio di Stato aveva accolto le rimostranze degli allevatori “in quanto non risulta adeguatamente valutata ed istruita la possibilità di salvaguardare la salute pubblica mediante misure rispettose del principio di precauzione e tuttavia diverse dall’abbattimento degli animali”.
Sulla delibera regionale di approvazione nuovo Piano 2022 pende anche un contenzioso per presunta illegittimità determinata dalla constatazione che la corposa programmazione in parola (oltre 90 pagine di prescrizioni) investe numerosi aspetti che avrebbe dovuto essere sottoposta all’esame e all’approvazione del Consiglio Regionale e degli organismi consiliari competenti. Viceversa, malgrado i contenziosi e la forte protesta di numerose associazioni di categoria con manifestazioni di piazza e cortei di trattori, alla delibera di Giunta di approvazione del programma di eradicazione succede quella di nomina di un commissario straordinario per l’attuazione del Piano.
A pochi mesi dal varo di questi documenti, infine, la cattiva notizia: l’estensione delle aree cluster sia per la brucellosi che per la tubercolosi.
Di qui, sostengono le associazioni bufaline, con il supporto di Associazione Nazionale dei Difensori Civici Italiani, la necessità che il Governo prenda in mano la situazione nominando un commissario straordinario che abbia i poteri di assumere le iniziative necessarie, in totale autonomia, facendo rispettare le norme eurounitarie, per garantire l’eradicazione delle infezioni bufaline attraverso politiche di prevenzione sanitaria fin qui mai concretamente attuate.
Luigi Enzo D’Amore