Prosegue a livello europeo l’azione di trasparenza promossa dal Mediatore O’ Reilly. Questa volta il Mediatore si è concentrato sul processo decisionale del Consiglio. Per chiudere la sua inchiesta sul tema, O’ Reilly ha avviato una consultazione, aperta fino al 1 dicembre, invitando i parlamenti europei, il settore pubblico e la società civile a partecipare. L’inchiesta ha preso in considerazione quattro elementi: l’accessibilità al registro dei documenti del Consiglio, la sua accuratezza, la coerenza tra le bozze e le pubblicazioni finali e la trasparenza delle posizioni di ogni singolo Stato membro.
L’iniziativa del difensore civico europeo punta al cuore del rapporto tra cittadini e istituzioni nell’Unione europea. Anche in considerazione del ruolo di co-legislatore che il Consiglio europeo ha assunto insieme al Parlamento. In risposta all’indagine, il Consiglio ha deciso l’adozione di un nuovo sistema per la classificazione e ha lanciato un progetto per una piattaforma di redazione legislativa in comune con la Commissione e con il Parlamento. Ulteriore obiettivo del Consiglio europeo è il miglioramento delle procedure di accesso ai documenti.
In definitiva, si può dire che l’iniziativa abbia già prodotto qualche risultato, almeno sul piano procedurale. Da qui alla instaurazione di una vera e propria democrazia deliberativa, il percorso è ancora lungo. La partecipazione al processo decisionale può di certo aumentare la legittimazione delle decisioni prese, in un momento di forte contestazione delle autorità costituite. Tuttavia, nulla potrà sostituire integralmente la democrazia rappresentativa, con i suoi meriti e i suoi rischi. Anche perché una democrazia deliberativa pura, prima o poi, sfocia in una democrazia plebiscitaria.