Ci risiamo, in quel di Via Fabio Filzi, il copione non cambia.
Proprio qui, il 3 maggio 2017, nella sede del Consiglio Regionale della Lombardia, Carlo Lio era stato eletto Difensore Civico.
Incarico da cui è decaduto 4 anni dopo, a valle della sentenza del Consiglio di Stato, poiché non idoneo a ricoprire tale posizione.
Carlo Lio, in quanto “titolare di licenza di scuola media inferiore”, è stato infatti giudicato non in possesso di titolo di studio adeguato all’attività dell’organismo interessato.
Il Difensore Civico è una figura a cui ogni cittadino può ricorrere gratuitamente se ha problemi con la Pubblica Amministrazione, un po’ come un angelo custode della legalità.
La legge lombarda chiarisce che la persona che va a ricoprire tale ruolo deve avere un titolo di studio adeguato, nonché essere un esperto in economia, in diritto, in organizzazione pubblica e deve avere un’esperienza comprovata dirigenziale di almeno 10 anni in questo ambito.
Dopo la sentenza su Carlo Lio, sembrava scontato aspettarsi un lieto fine di questa vicenda, un’azione che avrebbe rappresentato un segnale di giustizia e di legalità, mettendo a disposizione del Cittadino una figura in possesso di tutti i prerequisiti adatti a ricoprire tale posizione.
Qui però veniamo al dunque: lo scorso 29 giugno è stato eletto nuovo Difensore civico regionale Gianalberico De Vecchi.
Anche il nuovo Difensore Civico Gianalberico De Vecchi non è in possesso dei requisiti necessari e soprattutto previsti dalla legge: non ha la esperienza dirigenziale decennale, non è esperto in economia, non è esperto in organizzazione pubblica.
Cosa ancor più sconcertante è che è lui stesso a dichiararlo nella proposta di candidatura, dato che nella sezione dove si richiede se il candidato ha l’esperienza professionale, dirigenziale o direttiva richiesta, ha barrato il “no”.
Dulcis in fundo, De Vecchi, nel suo curriculum, dichiara di aver conseguito un Master in Diritto Tributario nel 2008 presso l’Università degli Studi di Milano, ma è la stessa Università degli Studi di Milano a render noto che nel 2008 non era attivo alcun corso formativo corrispondente a quello dichiarato dall’avvocato De Vecchi.
Per non far mancare la ciliegina sulla torta, De Vecchi omette di dichiarare di aver avuto incarichi presso alcune strutture pubbliche lombarde, come ad esempio quello che lo vede coinvolto nell’udienza dell’11 febbraio 2021 dove difende in Corte di Cassazione (come nei precedenti gradi) il comune lombardo di Garbagnate Milanese.
Tale omissione comporta la violazione della legge che in questi casi prevede espressamente l’obbligo di dichiarazione.
Alla luce di tutto ciò, la battaglia per la legalità nel Pirellone è già entrata nel vivo.
Il 9 dicembre 2021 è partita una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio Regionale della Lombardia, Alessandro Fermi, a firma delle associazioni di consumatori ed utenti lombarde ( ACU,Adiconsum, Altroconsumo, Assoutenti, Casa del consumatore, Cittadinanzattiva, Codacons, Codici, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, MDC, U.Di.Con. ), in cui vengono chiesti chiarimenti urgenti in merito all’elezione dell’ avvocato De Vecchi quale Difensore Civico.
In Consiglio regionale è in discussione la revoca della nomina di Gianalberico De Vecchi a Difensore Civico Regionale per mancanza dei titoli e dell’esperienza professionali previsti dalla legge.
Il Consiglio regionale della Lombardia è in convocazione e si riunirà per pronunciarsi sull’eventuale revoca o annullamento della nomina di De Vecchi.
In sede giudiziaria i rilievi presentati sono stati ritenuti meritevoli di approfondimento e si attendono le fissazioni per le udienze di merito.
La battaglia va avanti, i Cittadini attendono…
di Andrea Ambrosini