Il 16 settembre, il Consiglio Comunale di Salerno ha finalmente approvato il Regolamento municipale di attuazione degli istituti e degli organismi di partecipazione popolare.
E’ un primo passo che sana l’assenza del Regolamento, ma che vede comunque “limitata” una reale partecipazione dei cittadini tenuto conto che non trovano realizzazione alcuni punti qualificanti quali l’istituzione del Difensore Civico comunale e, per quanto attiene alla trasparenza degli atti e alla loro conoscenza in tempo reale, la diretta streaming dei lavori delle Commissioni e del Consiglio Comunale.
L’auspicio è che non si tratti di un frettoloso tentativo di bloccare la contrastata e ancora sospesa nomina del Commissario ad Acta, che non si è potuto insediare nonostante i due Decreti del Difensore Civico campano, l’Avv. Giuseppe Fortunato, entrambi sospesi con dispositivo monocratico dal T.A.R. di Salerno.
Comunque, come sempre affermato dallo stesso Fortunato, “questa è la strada da seguire per far concretamente ottemperare alle normative rimaste lettera morta”.
Un atto amministrativo, quindi, che è un primo, importante inizio per l’affermazione del principio democratico della partecipazione attiva del cittadino nella più rilevante struttura istituzionale della Città.
I cittadini vanno edotti e resi consapevoli di questo loro fondamentale diritto di partecipazione che va esercitato con convinzione e determinazione e si deve interrompere quel senso di soggezione e di sudditanza psicologica nei confronti della Pubblica Amministrazione.
Il cittadino deve diventare il promotore di un’Amministrazione veramente al servizio del popolo, caratterizzata da trasparenza assoluta ed efficienza esemplare.
Il Regolamento approvato dal Comune salernitano costituisce pertanto un importante successo del Difensore Civico campano e l’inizio quindi per i cittadini di un percorso verso “la partecipazione popolare” che, lo ricordiamo, è quella “forma di democrazia diretta definibile come il complesso di istituti che consente alle comunità di prendere parte all’attività di formazione delle politiche pubbliche che le riguardano, attraverso espressione diretta e non mediata della volontà popolare”.
Istituti questi disciplinati dal Testo Unico delle Leggi sull’Ordinamento degli Enti Locali (TUEL) e che sono per l’appunto la partecipazione popolare, i referendum e le azioni popolari.