La domanda che deve avere risposta
Cosa pensereste se scopriste che, nell’ambito di una procedura di affidamento a terzi di un lavoro o servizio di pubblica utilità e interesse, le funzioni di committenza, progettazione, esecuzione, direzione lavori/servizi, riesame e verifica dello stato di avanzamento, collaudo e/o validazione intermedi o finali, rendicontazione e remunerazione delle prestazioni erogate risultassero tutte incardinate sempre nel medesimo soggetto?
In fondo, questo è uno degli interrogativi più potenti e scabrosi tra quelli rimessi alla nostra coscienza di Cittadini dalla battaglia intrapresa dal Difensore Civico Regionale della Campania contro le forme illegali di esternalizzazione, delle prestazioni sanitarie di residenzialità psichiatrica territoriale per adulti.
Dietro queste forme di illegale esternalizzazione – espressione nella sua forma più aberrante della disumanizzazione del malato di mente e della sua cura – si cela, infatti, un modello fattuale di gestione dei servizi pubblici di salute mentale davvero aberrante.
Infatti tale modello è:
- a) – chiuso e autoreferenziale, in cui tutte le funzioni, nessuna esclusa, dalla individuazione/valutazione del bisogno alla scelta dell’erogatore e, successivamente, alla erogazione delle prestazioni fino alla rendicontazione e remunerazione delle stesse, sono concentrate unicamente ed esclusivamente nel Dipartimento di Salute Mentale;
- b) – monopolista della offerta di prestazioni per la salute mentale o, comunque, fortissimamente connotato dall’abuso di una posizione dominate in materia da parte del predetto Dipartimento;
- c) – assolutamente autarchico;
- d) – dominato dalla dimensione – attuale e potenziale – del conflitto di interessi, permanente e strutturato;
- e) – facile preda di interessi economici delinquenziali.
In buona sostanza, invero, quando, nel suo recente atto di invito a cessare la grave e continuata lesione del diritto alla salute dei sofferenti psichici, il Difensore Civico presso la Regione Campania ha definito come “ORRORE” l’intero modello fattuale dei servizi di salute mentale in argomento costruito da questa ASL, ha messo in luce un sistema mostruoso, per di più pubblico.
Infatti tale sistema viola apertamente, ostinatamente e ostentatamente le regole (di libera concorrenza, parità di trattamento e non discriminazione tra operatori economici, oltreché in materia di accordi contrattuali con gli erogatori privati accreditati per l’erogazione di prestazioni sanitarie).
E, ineluttabilmente, un sistema di tal fatta è un sistema strutturalmente persino facile preda di interessi economici delinquenziali.
Detto altrimenti, un sistema che, quand’anche riuscisse a funzionare in qualche modo senza cadere vittima di questi ultimi, non verrebbe mai ad APPARIRE GIUSTO E IMPARZIALE, in quanto assolutamente discostato, sotto il profilo strutturale e organico, dalle norme giuridiche di riferimento, emanate per tutelare soggetti molto vulnerabili
L’atteggiamento ponziopilatesco della Regione Campania.
Alla perniciosità delle denunciate prassi di esternalizzazione si aggiunge, altresì, l’atteggiamento ponziopilatesco della Regione Campania.
Quest’ultima, come ampiamente dimostrato e documentato da una dettagliata memoria presentata dall’ASPAT – Associazione Sanità Privata Accreditata Territoriale al Difensore Civico Regionale della Campania, ha piena e completa contezza delle predette forme illegali di esternalizzazione, almeno dal luglio del 2016.
Ciò nonostante, attinta di recente – a seguito delle attività di indagine disposte dal Pubblico Ministero Dott. De Cristofaro della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli – da un quesito posto dai NAS di Napoli circa l’esatta individuazione delle strutture sanitarie residenziali psichiatriche pubbliche e private insistenti sul territorio dell’ASL Napoli 2 Nord.
La Direzione Generale Tutela della Salute della Giunta Regionale della Campania si è limitata, laconicamente e appunto ponziopilatescamente, a rappresentare che, all’esito di successive richieste e sollecitazioni formulate da parte della medesima Direzione nei primi mesi del 2022, allo scopo di ottenere dalla stessa ASL Napoli 2 Nord una ricognizione aggiornata della offerta attiva e del fabbisogno residuo attualizzato per la Salute Mentale, la predetta ASL, con propria delibera n. 1141 del 28/06/2022, ha modificato in parte qua la precedente deliberazione n. 539/2018 relativamente alla rimodulazione del fabbisogno di posti letto in regime semiresidenziale e residenziale per l’Area SALUTE MENTALE.
Da tale rimodulazione emerge l’esistenza di n. 50 posti letto pubblici complessivi di SIR, di cui n. 40 ad Arzano (NA) per la struttura residenziale denominata “Casa Impresa Benessere” e n. 10 a Barano d’Ischia (NA) per la struttura residenziale denominata “Casa del Sole”.
Ora, grazie all’azione del Difensore Civico, abbiamo finalmente speranza di una risposta alla domanda
Ci si augura che le attività della magistratura propiziate dall’azione dell’Avv. Fortunato, Difensore Civico presso la Regione Campania, e gli approfondimenti che vorrà esperire l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, anch’essa sollecitata in materia dal medesimo Difensore Civico, possano stimolare il sistema di governo politico e amministrativo del Sistema Sanitario Regionale a desistere da un insopportabile atteggiamento ponziopilatesco, al fine di individuare e mettere in atto risposte concrete.
Santolo Lanzaro
Manager in strutture residenziali psichiatriche territoriali private accreditate