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OMBUDSMAN IN KOSSOVO
In quasi tutte nazioni  dell’ Europa la figura del Ombusdman è molto ricercata e molto sentita, ed in alcuni casi come in Kossovo sostitutiva delle istituzioni. Tutti siamo a conoscenza della crisi politiche e umanitaria che ha flagellato gli  stati dell’ Europa orientale e proprio in questo clima di travaglio  è cresciuta di importanza la figura dell’Ombudsman, soprattutto in un contesto di emergenza umanitaria, essendo l’unica figura in grado di operare per la promozione e protezione dei diritti umani al di fuori delle politiche di gestione della presenza internazionale stessa. Dal punto di vista dell’Ombudsman, la pratica kosovara ha aperto nuove vie all’evoluzione dello stesso Istituto, infatti è stato unico vessillo dei principi umanitaria e difesa degli stessi benché non ci fosse un apparato politico alle spalle, anzi tale mancanza non gli ha impedito di rendere partecipe tutte le parti interessate ad un procedimento di democratizzazione. Se il Kossovo è riuscito ad alzare la testa, ad avere una presa di coscienza diversa tutto si deve alla figura dell’ Ombusdman, che molto ha insegnato ai paesi della vecchia europa, creando un profondo cambiamento nell’ ambito dei diritti umanitari. In un processo di internazionalizzazione dove i nuovi principi sono sempre fortemente vicini agli interessi politici ed economici, essere vicini alle realtà balcaniche e soprattutto all’ emergenza umanitaria ed essere da tramite con i poteri forti internazionale, è stata una vera e propria sferzata al modo di pensare del restante mondo. Questa figura impermeandosi prima di tutto nella cultura locale e poi imponendosi in un contesto internazionale tanto da far fronte anche alle organizzazioni internazionali ha permesso di fare in modo da creare una forte sensibilizzazione e riflessione attorno al diritto umanitario, e a far dedurre che i principi possano prevalere sugli interessi economici e politici.
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