Definire l’Avv. Giuseppe Fortunato solo come il Difensore Civico Regionale, l’Amico dei cittadini, il Garante dei diritti, potrebbe risultare riduttivo se non si conosce la sua storia e la sua estrazione. La storia lo “premia” come persona che, oltre alla sua competenza, è dotata di una grossa dote di lungimiranza, visibile tangibilmente attraverso le varie iniziative che ha intrapreso nel corso degli anni.
Si è occupato di tanti temi quando ancora questi non erano stati classificati come “problemi”, perché si è sempre occupato del cittadino in quanto essere umano, mai come elettore o come contribuente ma come membro di una collettività, per il quale ha sempre ritenuto necessario, come sancito anche nell’art. 3 della Costituzione Italiana, battersi per favorire il pieno sviluppo della persona umana. L’individuo quindi non è un’entità astratta, non è un numero, ma un patrimonio da proteggere e valorizzare.
Favorire ad esempio la partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica è uno degli esempi sui quali conduce da tempo la sua personale battaglia, serve proprio a rendere la persona parte integrante di un processo decisionale sul quale, gli eventuali effetti di una gestione poco corretta si abbatterebbero. Perché il cittadino non deve incontrare sul suo cammino degli amministratori pubblici efficienti, gentili, disponibili, che non contribuiscano a vessare il cittadino attraverso dannosi scaricabarile delle responsabilità, suscitando di fatto uno stato di angoscia e prostrazione?
Ma proteggere la persona vuol dire, nell’ottica dell’Avv. Fortunato, far rientrare anche la protezione del dato personale. “Chi lede il diritto della persona rispetto ad un suo dato offende la persona nella sua integrità”. Questo si legge sul portale del Laboratorio Privacy Sviluppo, Laboratorio nato da una sua intuizione già nel novembre del 2006, con lo scopo di sviluppare e promuovere il messaggio del “Il Cittadino protagonista” nei suoi 3 ambiti: privato, sociale ed istituzionale, perchè proteggere la persona, in ogni suo dato personale, vuol dire consentirle uno lo sviluppo in ogni suo aspetto, decidendo se comparire o non comparire o come comparire.
Inoltre al Laboratorio Privacy Sviluppo presso il Garante per la protezione dei dati personali, non partecipa solo l’Italia ma grazie alla sua esperienza internazionale, partecipano anche i Garanti di Spagna, Irlanda, Islanda, Malta, Israele, Polonia, Repubblica Ceca, Thailandia, Nuova Zelanda, Catalogna, Cipro, Croazia, Lettonia, Ungheria, Macedonia, Romania, Slovenia, Bulgaria, Grecia, Lituania, Estonia.
Ciò nonostante, la Regione Campania invece di avvalersi della sua esperienza e delle sue competenze, pensa bene a snobbare queste iniziative anzi, a farle cadere nell’oblio.
Eppure forse quella esperienza sarebbe servita per evitare il rilievo effettuato dal Garante della Privacy in occasione dell’avvenuto accertamento da parte dell’Organismo preposto, della diffusione dei dati personali dei segnalanti relativi a un debito maturato dalla Regione Campania nei loro confronti, in esecuzione di una sentenza esecutiva, con specificazione del relativo ammontare, effettuando quindi un trattamento di dati personali non risultato conforme alla disciplina rilevante in materia di protezione dei dati personali contenuta nel RGPD. Questo “rilievo” è costato l’ingiunzione alla medesima Regione di pagare la somma di euro 4.000,00 (quattromila), entro 30 giorni dalla notifica del provvedimento, avvenuto il 2 luglio 2020, pena l’adozione dei conseguenti atti esecutivi. E chi paga? I contribuenti ovviamente! Come direbbe un noto giornalista: Che figura….
I Cittadini oggi hanno concretamente di fronte due modelli opposti di pubblica amministrazione: chi non è capace nel quotidiano, chi delinea la nuova strada.
Pare venuto il momento della svolta.
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