Il primo tentativo di raccolta e trasfusione del sangue storicamente documentato avvenne nel 1492.
I medici tentarono di salvare, senza successo, la vita di Papa Innocenzo VIII.
Dopo questo episodio, seguirono quattrocento anni di tentativi sporadici, con risultati di scarsa rilevanza.
Oggi sono stati fatti molti progressi e donare il proprio sangue per salvare una vita umana è la forma più nobile, più alta della solidarietà.
Come ha giustamente sottolineato il Difensore Civico della Campania, Avv. Giuseppe Fortunato, il sangue si deve donare gratuitamente. Il proprio sangue andrà ad aiutare un soggetto terzo, di cui non si conosce il nome, la provenienza, il sesso o la religione.
Proprio questa è la parte più affascinante della donazione in sé.
Si compie un gesto di grande magnanimità senza sapere chi ne sarà il fruitore finale. Donare solo per voler fare del bene, indistintamente a chi possa trarre vantaggio. Il nostro tempo deve fare i conti con una finanza aggressiva che tende a spogliare le persone della loro dignità. Sempre più le strutture sanitarie pubbliche guardano alla sanità privata.
Molto spesso i Cittadini vengono lasciati soli. Sono anche queste le motivazioni che hanno spinto il Difensore Civico della Campania a intimare alla Regione Campania e al Comune di Napoli di promuovere una grande campagna di sensibilizzazione per donare il sangue.
L’Avvocato Giuseppe Fortunato invita i cittadini a donare il proprio sangue nelle strutture ospedaliere.
La salute dei cittadini, le persone deboli e fragili sono sempre stati i punti centrali dell’azione istituzionale del Difensore Civico campano. E l’appello dell’Avv. Fortunato parte proprio dalla preoccupazione che la parte più disagiata della popolazione, come i pazienti talassemici, di cui raramente si parla, non possano trovare nel momento del bisogno il sangue della solidarietà.
La Regione Campania deve subito istituire un “Piano regionale Sangue”, considerato che con il Covid19 i cittadini hanno molti timori di recarsi nelle strutture ospedaliere per donare il sangue. I pazienti talassemici non possono vivere con la preoccupazione di non poter trovare nelle strutture ospedaliere il sangue che gli permette di continuare a vivere.
Si tratta di pazienti, che per la loro patologia, hanno bisogno di trovare sempre le sacche di sangue. Recentemente, l’Avv. Fortunato ha denunciato ancora un grave episodio di malasanità.
I pazienti talassemici del gruppo “0” che si erano recati al Cardarelli non hanno trovato il sangue. Il martellamento del Difensore Civico della Campania, alla fine, ha sortito il suo effetto.
Dall’otto di settembre tutti i pazienti talassemici hanno finalmente a disposizione due sacche giornaliere di sangue.
Ora deve assolutamente essere un provvedimento definitivo.