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Chi esercita la funzione tribunizia nella democrazia contemporanea?
Osservando la democrazia contemporanea, viene da chiedersi se siamo dinanzi al tramonto della funzione tribunizia o in presenza di una sua ipertrofia.
Nell’antica Roma questa importante funzione era esercitata da una magistratura specifica: il tribuno della plebe. I suoi poteri erano fondamentalmente due: l’auxilium, con il quale dava un riscontro individuale ai singoli cittadini che lo interpellavano, e l’intercessio, che investiva invece la sfera pubblica attraverso il veto sugli atti delle magistrature romane che avessero potuto avere conseguenze negative per la plebe.
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Nelle nostre democrazie, anche quando è presente la figura del Difensore civico o dell’Ombudsman, l’istituto dell’intercessio è distribuito tra i diversi poteri dello Stato, ma soprattutto viene rivendicato – talvolta a sproposito – da partiti o leader politici, legittimamente titolari della mediazione rappresentativa tra il corpo elettorale e le istituzioni parlamentari. In fondo, il populista si sente più di altri titolare di questa funzione e si arroga il diritto-dovere di salvare la democrazia riportandola alla sua purezza ideale, alle sue origini. In questo senso, ha ragione Sartori quando dice che “il vero pericolo che minaccia una democrazia che non ha più ufficialmente nemici, non sta nella concorrenza di controideali; sta nel reclamare una vera democrazia che scavalca e ripudia quella che c’è”. E il vero populismo oggi non è tanto quello che si riscontra nelle aule parlamentari, ma in quelle forme più diffuse e pervasive con le quali si traducono i conflitti sociali nell’opinione pubblica, cavalcandoli e potenziandoli spesso con toni parossistici. Si pensi ad esempio alle superfetazioni della giustizia criminale e a quello che molti chiamano ormai populismo penale.
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Probabilmente, se la funzione tribunizia fosse meglio circoscritta all’interno delle istituzioni repubblicane, anche la democrazia contemporanea ne uscirebbe rafforzata. E le insicurezze meglio regolate e incanalate nei circuiti ordinari dello Stato.